Re Carlo, l’ipertrofia prostatica benigna e l’operazione: cosa dicono i medici

18, gennaio 2024 – Re Carlo III deve operarsi alla prostata. Qual è la patologia che rende necessario l’intervento? L’operazione è pericolosa per il sovrano? Carlo, 75 anni, soffre di ipertrofia prostatica benigna (o iperplasia prostatica benigna). Secondo Buckingham Palace, la prossima settimana è previsto che re Carlo si rechi in ospedale per un “intervento correttivo”.

“Re Carlo III è affetto da iperplasia prostatica benigna, questo è il termine medico giusto, malattia molto comune legata all’invecchiamento. Più si allunga l’aspettativa di vita e più aumenta la platea di pazienti che presentano un ingrossamento prostatico. Lo stesso disturbo di cui soffre il sovrano che molto probabilmente verrà sottoposto all’intervento di vaporizzazione con laser, una chirurgia di routine che in Italia eseguiamo ogni giorno”, spiega Vincenzo Mirone, professore di Urologia e responsabile dell’Ufficio comunicazione della Società italiana di urologia (Siu). “La vaporizzazione con laser è un intervento che può durare dai 30 ai 60 minuti al massimo”, sottolinea Mirone, e che si esegue “per via endoscopica attraverso l’uretra. Richiede anestesia spinale e 3-4 giorni di ricovero in ospedale. Dopo una settimana dall’intervento re Carlo potrà tornare ai suoi impegni”. Nel nostro Paese sono “6 milioni gli italiani over 50 con patologie alla prostata. Tra queste – conclude Mirone – c’è l’iperplasia prostatica benigna”.

L’ipertrofia prostatica benigna, se trascurata, può progredire fino a causare ritenzione urinaria con l’impossibilità di svuotare la vescica. Se presa in tempo “si può trattare con i farmaci. Tuttavia, un 30% di pazienti è resistente alle terapie”, spiega Pierfrancesco Bassi, professore di Urologia all’Università Cattolica di Roma. “In questi casi si interviene in via endoscopica, non più in modo invasivo, senza tagli per capirsi. I trattamenti moderni dell’ipertrofia prostatica benigna sono due: la vaporizzazione della prostata che richiede 1 giorno di degenza in ospedale, in sedazione; l’ablazione del tessuto attraverso il laser, dopo 3 giorni di ricovero si torna a casa. La scelta del tipo del trattamento è in funzione del volume della prostata: piccola prostata vaporizzazione, prostata di medio e grande volume ablazione con il laser. Il risultato è lo stesso. Entrambi gli interventi richiedono una breve convalescenza”, aggiunge. A causa dell’ipertrofia prostatica benigna la prostata aumenta di volume “e tale ingrossamento – spiega Bassi – riduce il calibro del canale che porta l’urina all’esterno. E’ come quando una frana invade una galleria, ostruisce tutto. Questo ingrossamento deve essere rimosso. Nel 70% dei casi si interviene con successo grazie ai farmaci. C’è poi uno sfortunato 30% di pazienti che, essendo resistenti alle terapie, devono essere sottoposti a intervento chirurgico. Nulla di preoccupante – precisa lo specialista – neanche per il sovrano 75enne” che ha già annullato tutti gli impegni pubblici, come fa sapere Buckingham Palace, ma che “potrà tornare a lavorare presto”. Nel mondo “il 20% degli uomini sopra i 50 anni lamenta disturbi urinari riferibili all’ipertrofia prostatica benigna, in pratica 1 su 5”, conclude Bassi.