Diagnosi e Terapie
Diagnosi
Spesso per la diagnosi è sufficiente una visita urologica con esplorazione rettale digitale.
Per avere un quadro più completo, il medico può prescrivere altri esami, utili a monitorare il flusso urinario, accertare un eventuale mancato svuotamento della vescica (uroflussometria con valutazione del residuo post-minzionale), stabilire l’esatto volume prostatico nel caso in cui si rendesse necessario un intervento disostruttivo (ecografia prostatica transrettale), identificare il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico), tramite esame da laboratorio eseguito su un normale prelievo di sangue.
Tra le altre indagini richieste vi è di solito un esame delle urine con urinocoltura, che permette di escludere un’eventuale infezione delle vie urinarie, che può simulare una sintomatologia analoga a quella dell’ipertrofia prostatica benigna.
Terapie farmacologiche
- Alfa-litici, farmaci sintomatici che distendono la muscolatura prostatica facilitando il flusso di urina
- Inibitori della 5 alfa reduttasi, farmaci che limitano l’attività del testosterone, ormone sessuale maschile, inducendo riduzione del volume della prostata
- Inibitori delle 5 fosfodiesterasi, farmaci sintomatici che aiutano a rilassare la muscolatura prostatica
- Farmaci di origine vegetale, tra i quali gli estratti a base di Serenoa repens (uno con estrazione ad esano ed altri ad estrazione ad etanolo), con azione antiinfiammatoria prostatica
Terapie Chirurgiche, in caso di:
- Sintomi di entità media o severa, resistenti alla terapia medica, con impatto sulla qualità di vita del paziente
- Ritenzione urinaria cronica, che non risponde alla terapia medica
- Ritenzioni urinarie ricorrenti (nonostante le terapie mediche)
- Insufficienza renale cronica secondaria all’ostruzione
- Calcolosi vescicale
- Ripetuti episodi di perdita di sangue con le urine che non rispondono alla terapia medica
- Diverticolosi vescicale con complicanze di tipo infettivo
- Infezioni urinarie ricorrenti
- Presenza di un cospicuo residuo post-minzionale, in particolare quando supera 1/3 della capacità vescicale globale