Batteri resistenti ad antibiotici, un aminoacido arma futura

La glicina, un aminoacido fra i più semplici esistenti nell’organismo umano, potrebbe essere l’arma futura e la più economica per combattere la resistenza antimicrobica, una delle sfide attualmente più difficili in sanità a livello mondiale. Lo ha reso noto l’Azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup) illustrando il suo studio condotto dal dipartimento di Microbiologia batteriologica e pubblicato a giugno scorso su Microbioloy Spectrum. Dalla ricerca è emerso, spiega una nota, “che la glicina, dosata in coltura secondo standard scientifici ben precisi in associazione ad alcune classi di antibiotici fra quelli maggiormente utilizzati contro i batteri multiresistenti è in grado non solo di esprimere la sua potenzialità battericida ma anche di risvegliare la sensibilità dei germi a questi antibiotici”. Ora, però, “servono studi in vivo che confermino l’efficacia di questo aminoacido contro le infezioni ma i risultati in vitro lasciano intravedere un possibile antidoto alla multiresistenza batterica e questa sarebbe una vera rivoluzione, oltretutto alla portata anche dei Paesi in via di sviluppo, visto il basso costo della molecola sul mercato”.

Per questo l’Aoup ha scelto di non brevettare lo studio “per consentire a tutti di beneficiare delle acquisizioni scientifiche emerse e se nella pratica clinica verranno confermate le aspettative della comunità scientifica rispetto a questo straordinario risultato della sperimentazione in vitro, sarà come aver trovato dopo anni una soluzione che era dietro l’angolo, perché le caratteristiche della glicina erano infatti già state studiate anche se quel filone di ricerca fu abbandonato prima dell’attuale diffusione a livelli spaventosi della multiresistenza batterica che, assieme alle infezioni nosocomiali, è la vera emergenza sanitaria mondiale sia per i Paesi ad alto reddito che in quelli in via di sviluppo, tanto che viene spesso definita ‘la pandemia silente'”.